La scuola nel DEF 2018

 Documento di economia e finanzia 2018, 26 aprile 2018 

Il 26 aprile 2018 è stato approvato il DEF (documenti di economia e finanza) per l’anno 2018. In esso, nella parte intitolata “Programma nazionale di riforma” vi è una parte dedicata alla scuola. Tale parte, si riporta integralmente:

DEF 2018 [stralcio della parte dedicata alla scuola]
Attuazione della riforma della scuola
In attuazione della riforma dell’educazione scolastica, ad ottobre sono state definite le nuove regole per l’esame di stato della scuola secondaria di I grado. Le nuove modalità di valutazione mettono al centro l’intero processo formativo svolto nel triennio di studi, con l’obiettivo di dare più valore al percorso intrapreso dalle alunne e dagli alunni. Si prevede che oltre al diploma, verrà rilasciata una certificazione delle competenze definita sulla base di un modello nazionale di certificazione. Inoltre, ai fini dell’attuazione della medesima legge, a dicembre è stato approvato il Piano nazionale pluriennale di azione per la promozione del sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni che mira al potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e alla riduzione dei costi sostenuti dai genitori, per garantire pari opportunità di educazione, istruzione e cura, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche e culturali. Il Piano definisce gli obiettivi strategici del nuovo sistema tra i quali rientrano, tra l’altro, il 33 per cento di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età e la presenza di nidi in almeno il 75 per cento dei Comuni. Per il primo anno sono stati già stanziati 209 milioni da assegnare agli Enti Locali.
L’ANPAL ed il MIUR hanno firmato un protocollo d’intesa per rafforzare il sistema dell’istruzione secondaria nell’ottica occupazionale con la previsione di una serie di interventi volti al rafforzamento del sistema di Alternanza ScuolaLavoro negli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, statali e paritari, alla costruzione di relazioni stabili con le imprese attraverso i tutor messi a disposizione delle scuole, alla qualificazione delle fasi di progettazione, gestione e monitoraggio dei percorsi, all’assistenza ai tutor scolastici e aziendali impegnati nella realizzazione dei percorsi di alternanza. ANPAL Servizi svolgerà una importante attività di supporto anche grazie alla nuova figura del tutor.
Per migliorare i percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, a dicembre, nel corso degli Stati Generali dell’Alternanza, sono stati lanciati una serie di nuovi strumenti. È stata introdotta la Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in Alternanza oltre a una piattaforma on line per semplificare la gestione dell’Alternanza da parte di tutti i soggetti coinvolti. Per gestire queste criticità, è prevista l’istituzione di una apposita task force nazionale composta da docenti e dirigenti del MIUR. Ad essi si affiancheranno 100 tutor ANPAL ai quali è affidato il compito di favorire la costruzione di reti territoriali per l’Alternanza. Al fine di monitorare la qualità dell’Alternanza Scuola-Lavoro è stato istituito un apposito Osservatorio.
Si prevede inoltre il rafforzamento della formazione per i docenti che svolgono le funzioni di tutor. Si stabilisce inoltre che, per attivare le convenzioni con le scuole, le strutture ospitanti dovranno sottoscrivere appositi patti di integrità garantendo il rispetto della normativa fiscale e anticorruzione.
In prospettiva è in fase di realizzazione il progetto Alternanza Scuola-Lavoro 4.0, un’iniziativa nata per favorire l’integrazione fra il mondo della scuola e quello della nuova imprenditoria digitale. Nella fase iniziale, saranno coinvolte oltre 60 start up attive su tutto il territorio italiano che accoglieranno studenti delle scuole secondarie superiori. Alternanza Scuola-Lavoro 4.0 si propone come una piattaforma aperta e collaborativa, a disposizione di tutti gli attori del digitale intenzionati a trasmettere la cultura imprenditoriale dell’innovazione ai giovani studenti.
La Cabina di Regia sulla dispersione scolastica e la povertà educativa, istituita a maggio 2017, ha presentato il documento finale che prevede, tra gli obiettivi prefissati, l’abbattimento dei tassi di abbandono al di sotto del 10 per cento in tutte le aree del Paese e l’aumento degli investimenti per elevare il livello delle conoscenze e competenze di base e di cittadinanza. L’Italia ha già raggiunto dei buoni risultati in materia, avvicinandosi all’obiettivo Europa 2020. Restano tuttavia forti squilibri territoriali e di genere, con Sicilia, Campania, Sardegna sopra la media nazionale e i maschi più coinvolti delle femmine; inoltre, percentuali più alte si registrano fra gli studenti di cittadinanza non italiana che non sono nati in Italia e fra coloro che partono da condizioni economiche e sociali meno vantaggiose.
Ad agosto, è stato esteso l’utilizzo della Carta elettronica per gli acquisti di beni e servizi culturali ai giovani che nel 2017 hanno compiuto 18 anni di età. Dall’anno scolastico 2018/2019 debutterà un nuovo modello organizzativo per l’istruzione professionale che prevede, tra l’altro, un ampliamento degli indirizzi (da 6 a 11) in linea con il sistema produttivo tipico del Made in Italy e un nuovo modello didattico personalizzato basato sull’uso diffuso dei laboratori e che integri competenze, abilità e conoscenze oltre ad accompagnare gli studenti in tutto il percorso di studi. L’obiettivo è fare dell’istruzione professionale un laboratorio permanente di ricerca e di innovazione, in continuo rapporto con il mondo del lavoro.
Nell’ambito del Piano Impresa 4.0, si è puntato sul potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) con l’obiettivo di incrementare il numero degli iscritti dagli attuali 9.000 a circa 20.000. La Legge di Bilancio 2018 ha stanziato risorse pari a 10 milioni nel 2018, 20 nel 2019 e 35 a partire dal 2020, a cui si aggiungono 15 milioni nel 2019 e 15 milioni nel 2020 a valere su risorse del Ministero dello sviluppo economico, destinati agli ITS al fine di supportare lo sviluppo di competenze 4.0.
A gennaio 2018 il MIUR ha presentato i primi risultati sul procedimento di valutazione della dirigenza scolastica178. Il 67 per cento dei presidi ha compilato il portfolio digitale per documentare la propria crescita professionale in cui vengono raccolti i dati anagrafici, i risultati dell’autovalutazione professionale riferita a specifiche aree tematiche e le informazioni relative alle azoni intraprese per il raggiungimento degli obiettivi di gestione dell’Istituto.
La Legge di Bilancio 2018 contiene una serie di disposizioni a favore della scuola, a partire da quelle relative alle assunzioni di nuovi docenti. Si autorizza anche un piano di reclutamento straordinario del personale MIUR per ridurre il carico amministrativo sulle scuole. Inoltre, le retribuzioni dei dirigenti scolastici verranno armonizzate a quelle degli altri dirigenti del comparto istruzione e ricerca, grazie ad uno stanziamento di 37 milioni per il 2018, 41 milioni per il 2019 e 96 milioni a regime dal 2020. Altre disposizioni riguardano, inoltre, la valorizzazione dei docenti, con la creazione di un fondo dotato di 10 milioni nel 2018, 20 nel 2019 e 30 dal 2020 e la previsione di ulteriori risorse disponibili per il rinnovo contrattuale del personale delle amministrazioni statali da destinare anche al personale scolastico. Si conferma, inoltre, per il 2018 lo stanziamento di 75 milioni da destinare all’assistenza di alunni con disabilità.
Nel mese di febbraio 2018, infine, è stata siglata la pre-intesa sul contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale del comparto Istruzione e ricerca. A gennaio è stato tracciato un primo bilancio dei risultati del Piano Nazionale Scuola Digitale – a due anni dalla sua attuazione – dal quale risulta che la maggioranza delle scuole si è attivata verso gli obiettivi definiti dal Piano. Innanzitutto, sono stati lanciati numerosi bandi – l’ultimo, a fine 2017, sui laboratori professionalizzanti in chiave digitale – che hanno fornito alle scuole strumenti e risorse (619 milioni in questi 2 anni, oltre quota parte delle risorse PON per l’imprenditorialità digitale e per lo sviluppo delle competenze di educazione civica digitale) per la realizzazione del Piano stesso. Gli investimenti hanno riguardato sia la parte degli strumenti e del potenziamento degli ambienti per la didattica laboratoriale, sia lo sviluppo delle competenze digitali degli alunni, sia la formazione e l’accompagnamento di oltre 180.000 docenti sulle tematiche dell’innovazione didattica e digitale.
La Carta del Docente – parte di una più generale politica di ‘digital by default’ – ha contribuito a creare un’identità digitale ufficiale per più di 600.000 docenti. Il passo successivo è rendere anche gli studenti parte di questa infrastruttura. Tra il 60 e il 70 per cento delle scuole inoltre, ha messo in campo percorsi didattici su pensiero computazionale, robotica educativa e cittadinanza digitale; oltre 1,6 milioni di studenti e 50.000 docenti sono impegnati in scuole primarie e secondarie di primo grado in almeno 10 ore di coding a studente, per un investimento complessivo sulle competenze di oltre 150 milioni.
A partire da gennaio 2018, tutto questo sarà portato a sistema su 4 direttrici chiave: pensiero computazionale, educazione civica digitale, STEM e imprenditorialità. Anche l’amministrazione scolastica è interessata da un processo di trasformazione digitale: i dati dell’Osservatorio Scuola Digitale hanno documentato un grado di digitalizzazione amministrativa avanzato a livello di singola scuola, con processi interamente digitalizzati o in gran parte digitalizzati in quasi tutte le aree misurate, anche se bisogna ancora sviluppare ambienti digitali per la didattica, registri elettronici e contenuti digitali. Per la realizzazione del Piano occorre infine garantire il pieno accesso a internet. Gli ultimi dati mostrano che il 97 per cento delle scuole ha una connessione ad Internet per la didattica, anche se il 48 per cento delle connessioni non è adeguata ai ‘fabbisogni digitali’. Proprio per questo, da un lato si punta sul completamento dei bandi del Piano Banda Ultra-Larga mentre dall’altro si attende lo stanziamento di 80 milioni annunciato per il 2018 con la funzione di abbassare i costi di connessione per quasi 20.000 edifici scolastici situati nelle aree grigie individuate dal Piano Banda Ultra-Larga.
Le risorse stanziate per la scuola nell’ambito del Piano Impresa 4.0 hanno riguardato anche il PNSD con oltre 1 miliardo di investimenti nel 2017 per favorire lo sviluppo delle competenze digitali.