ANCI discute sulla scuola comunale dell’infanzia

Verbale commissione scuola ANCI 13 marzo 2013 

Apre i lavori la dott.ssa Sabrina Gastaldi, Responsabile dell’Ufficio Istruzione e Scuola dell’ANCI, comunicando ai presenti che il Presidente Riccardo Roman e la Responsabile Daniela Ruffino, non parteciperanno alla riunione odierna, per motivi di salute e chiede all’Assessore del Comune di Venezia, Andrea Ferrazzi, di coordinare i lavori della Commissione.

L’incontro di oggi verterà sul tema delle scuole dell’infanzia comunali con la finalità di predisporre un documento condiviso contenente le proposte della Commissione Istruzione e Scuola dell’ANCI, da sottoporre all’attenzione dei rappresentanti del nuovo Governo e si decide di leggerlo insieme per poter effettuare le opportune integrazioni.

Si procede alla lettura del documento e la dott.ssa Gastaldi ricorda che esso è stato predisposto tenendo conto delle indicazioni emerse dall’incontro precedente e da parte del gruppo ristretto sulle scuole dell’infanzia.
Completata la lettura del documento, viene data la parola ai presenti che chiedono di intervenire.

Lidia Nobili – Consigliere Comunale di Rieti – in questo documento ci riferiamo alla scuola dell’infanzia 3/5 e non si prende in considerazione la situazione più critica dai 0/3 anni. Le carenze e le liste d’attesa non riguardano solo la scuola dell’infanzia, ad esempio per quanto riguarda la mia realtà. Bisogna chiarire se il documento riguarda solo le scuole dell’infanzia o possiamo tener conto di migliorare il servizio 6 mesi / 3 anni.

Sabrina Gastaldi: abbiamo rivolto l’attenzione alle scuole dell’infanzia, perché questa era l’esigenza emersa dalla Commissione.

Iuna Sassi – Assessore di Reggio Emilia – prima dell’inizio del lavori, abbiamo concordato una proposta di integrazione al testo, infatti molti Comuni oltre a farsi carico direttamente della gestione di scuole dell’infanzia comunali hanno anche delle convenzioni molto onerose che hanno come obiettivo fondamentale la qualificazione, da un lato, ma dall’altro anche la sopravvivenza di tante scuole FISM, perché se i Comuni non intervenissero con convenzioni a sostegno delle scuole FISM, una buona parte di esperienze chiuderebbero e quindi metterebbero lo Stato di fronte a un numero molto più rilevante di bambini che dovrebbero accedere alle scuole. Questo era un tema che ritenevo proporre i Comuni infatti stanno facendo molto di più di quello che è di loro competenza senza mettere in discussione che, anche le scuole FISM vanno sostenute. Se siete d’accordo questa potrebbe essere un’ integrazione al testo.

Andrea Ferrazzi – Assessore del Comune di Venezia
Condivide quanto detto dall’Assessore Sassi e sottolinea quello che fanno già alcuni Comuni. Si prende atto che i Comuni non hanno solo una spesa propria su tali servizi, ma danno un contributo, anche se non richiesto, facendo anche convenzioni e accordi con le statali per dare una mano.

Tina Adelcinzia – Capo Staff Assessore di Napoli (Palmieri) – chiede di conoscere se sono molti i Comuni che sostengono questo tipo di spese; sarebbe opportuno sapere a che percentuale corrisponde. A Napoli infatti non c’è questa realtà.

Andrea Ferrazzi – Assessore del Comune di Venezia – dati ufficiali non ce ne sono, ma credo che sia una realtà molto presente nel Centro/Nord.

Pierfranco Maffè – ANCI Lombardia –Abbiamo fatto, come ANCI Lombardia, una riunione la settimana scorsa, e condividiamo il lavoro contenuto nel documento. Sono d’accordo sulle proposte da aggiungere anche perché in Lombardia la grande maggioranza dei Comuni ha scuole paritarie legate a FISM che non sono né dello Stato e né dei Comuni e se i Comuni non dessero il sostegno economico a queste scuole queste dovrebbero chiudere e i nostri bambini non avrebbero la possibilità di accedere alla scuola dell’infanzia; la grande maggioranza dei Comuni, in Regione Lombardia, hanno come unica possibilità quella di frequentare le scuole paritarie non comunali. Il Comune di Monza, spende, per la convenzione delle scuole paritarie, più di 3 milioni di euro all’anno, e a fronte dei tagli la differenza che verrebbe meno ricadrebbe ancora di più sulle famiglie.
Servirebbe qualche investimento in più da parte dello Stato. Speravamo di presentare questo documento in fretta e il rischio è di iniziare un nuovo anno scolastico senza aver risolto nulla a causa della situazione politica.

Mariagrazia Pellerino – Assessore del Comune di Torino – ringrazia per il lavoro svolto e chi ha elaborato questo documento.
Suggerisce di inserire un incipit a questo documento che mettesse in risalto come le scuole dell’infanzia rappresentino un importante segmento del percorso scolastico vero e proprio. Si potrebbe inserire una frase di esordio al documento; è importante che, in questo momento storico e politico che il nostro Paese sta vivendo, siano messi in risalto nel documento anche i compiti che i Comuni hanno in materia di servizi educativi e di scuola dell’infanzia. Nella Spending Review quelli che erano i compiti e le funzioni essenziali previsti per i Comuni, sono diventati, per quanto riguarda la scuola, l’edilizia scolastica e, in subordine, gli altri servizi della scuola. Quando facciamo riferimento al quadro normativo delle regole per la spesa e l’assunzione di personale si potrebbe aggiungere “elabori un quadro normativo che definisca le competenze dei comuni in materia scolastica”.
Per quanto riguarda le scuole paritarie, senza il sistema delle scuole paritarie, FISM, il sistema salterebbe. Dovremmo chiedere un sostegno al sistema dei servizi per l’infanzia, se sostengono i comuni noi possiamo sostenere le scuole paritarie.

Francesco Olivieri –Capo staff Assessore Comune di Roma – condivide la linea espressa nel documento, ma precisa che le realtà sono diverse. Nel punto relativo all’assunzione del personale, andrebbe fatto riferimento alla nota che il Presidente dell’ANCI ha inviato al Ministro Patroni Griffi relativo al personale precario nella scuola dell’infanzia.

Marilena Pillati – Assessore di Bologna – Fa una precisazione: se chiediamo al futuro Governo di elaborare un quadro normativo per definire le competenze dei Comuni nell’ambito scolastico queste già ci sono, ma se chiediamo di specificare la risposta, rischiamo che sia che le competenze di gestione della scuola non sono in capo ai Comuni, perché c’è una legge di parità che chiarisce in modo esplicito che noi siamo soggetti paritari equiparati ai privati, ma c’è un altro punto. Quando parliamo delle competenze dei Comuni bisogna tener conto, che non esistono solo i Comuni capoluogo, che hanno un ruolo rilevante nella gestione. La norma non può attribuire ad essi delle competenze dirette sull’istruzione e quindi è evidente che i Comuni essendo entità molto eterogenea, dal punto di vista demografico e economico, non possono che avere delle funzioni di altra natura. Chiedere di avere questa competenza con il quadro istituzionale attuale è complicato.
La richiesta di risorse per i servizi all’infanzia non è chiaro, perchè i servizi all’infanzia, delegati ai Comuni, sono quelli che riguardano lo 0/3. In provincia di Bologna abbiamo 60 comuni, solo in 10 sono presenti le scuole comunali, in 9 di questi le scuole sono al massimo 2 ,solo a Bologna ne abbiamo 70. Le competenze dei Comuni devono tener conto che il Paese è fatto così, ci sono Comuni che non arrivano a 1000 abitanti e la legge non può attribuire ad essi delle competenze dirette.

Interviene il Comune di Torino, che richiama le competenze dei comuni nella Spending Review.

Riprende il Comune di Bologna – esiste un problema di fondo: la scuola è distinta in statale e non statale, il comparto della scuola non statale è un comparto che se riconosciuto deve essere messo nelle condizioni di esistere. E’ evidente che in questo quadro possiamo anche fare una battaglia e chiedere più risorse alle scuole comunali, ma a che titolo? Perché non essendo una nostra competenza specifica o chiediamo un maggior supporto finanziario al comparto delle scuole paritarie, ovviamente che ricomprendono quelle degli enti locali, oppure è difficile esplicitare altre richieste alle istituzioni, dal punto di vista giuridico e normativo.

Adriana Querzè – Assessore del Comune di Modena – In riferimento a quanto già detto dall’Assessore di Torino, farei riferimento anche al DPR 59/2004 dove si legge relativamente alle scuole statali è assicurata la generalizzazione dell’offerta formativa e la possibilità di frequenza delle scuole dell’infanzia. Noi possiamo chiedere a pieno titolo un incremento del finanziamento delle scuole paritarie che sono nostre. E credo che possiamo chiederlo a prescindere.
Sulla questione delle deroghe, possiamo chiederle sul tema della stabilizzazione del personale, ma è una strada senza uscita. Per tempi determinati, oggi la carta vincente è l’esclusione della spesa d’istruzione dal patto di stabilità. Ragioniamo rispetto alle richieste di norme derogatorie e proviamo ad insistere per l’esclusione delle quote per spesa istruzione per stabilizzazione del personale.

Maria Luisa Chiofalo – Assessore del Comune di Pisa – ringrazia per il lavoro svolto nell’elaborazione del documento. Se chiediamo più risorse dobbiamo farlo per tutte le scuole paritarie. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di parlare verso l’esterno e per questo i documenti vanno scritti in un linguaggio comprensibile al genitore e al cittadino medio. Propone di inserire al punto 1: “comunali e private”, in maniera che sia chiaro e concorda con gli emendamenti proposti finora; e al punto 2 rafforzare il sostegno al sistema scolastico paritario.
Propone inoltre di predisporre una lista delle azioni che facciamo come Comuni e inclusi nella tenuta del sistema delle scuole dell’infanzia. Occorre inoltre definire gli standard di prestazioni, indicare una strada su come fare un riequilibrio e rafforzare la parte iniziale, aggiungendo che lo 0/6 è importante perché è nella qualità educativa nel sistema o/6 dal punto di vista della centralità della persona (bambino/a) che è di esempio anche per il dopo.

Andrea Ferrazzi – Assessore del Comune di Venezia – precisa che questo documento è uno strumento operativo che serve all’ANCI per un incontro con il prossimo Governo, ed è prioritario concentrarsi su emendamenti e modifiche del documento, dopodiché ci saranno ulteriori incontri per sviscerare altri temi essenziali.

Elena Becheri – Assessore del Comune di Pistoia – bisogna specificare cosa significa il termine paritarie. L’obiettivo è quello di garantire le scuole dell’infanzia a tutti i bambini che hanno compiuto il terzo anno di età. Abbiamo bisogno di risorse per garantire il diritto alla scuola.
Anche noi diamo contributi attraverso le convenzioni. C’è bisogno di concordare le modalità di coordinamento dei vari soggetti,(statali, comunali e Fism), che operano sul territorio. Avere dei parametri definiti ai quali tutti noi possiamo rapportarci.

Mariarosa Mania – Dirigente Comune di Trieste – Condivide quello che ha detto l’assessore di Modena relativamente alla necessità di stabilizzare il personale per evitare eventuali successivi ricorsi a spese del Comune e propone di inserire la stabilizzazione del personale (spesa corrente edilizia scolastica).

Bakkali Ouidad – Assessore del Comune di Ravenna – Condivide i punti affrontati finora. Si chiede un chiarimento per quanto riguarda la stabilizzazione del personale, ma in questo caso si intende laddove ci sono gli insegnanti di nido o materne? Stabilizzare sul fronte delle scuole dell’infanzia, le Scuole paritarie ci vincolano molte risorse, abbiamo meno libertà sul fronte dei nidi. Chiede se questa riflessione è da fare.

L’Assessore Ferrazzi suggerisce di fare una sintesi: l’impostazione di fondo va bene ci sono tre proposte di inserimento:

1 – Proposta del Comune di Torino – un incipit iniziale che vada a sottolineare che si tratta servizi scolastici in tutto e per tutto. Questo è un documento che serve per portare al Comune risorse economiche;

2 – Per quanto riguarda le Scuole Paritarie, utilizziamo nel documento la formula della legge 62/2000 sulla parità scolastica; Inserimento dei due punti sottolineare il supporto che diamo alla scuole paritarie di altri enti e alle scuole statali, servizio fondamentale per rispondere alla domanda presente nei nostri Comuni.

3 –La questione posta dal Comune di Roma relativa agli insegnanti.