Documento ANCI su istruzione e politiche educative

 Nota Commissione Istruzione ANCI 14 febbraio 2019 ANCI  –  Commissione istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica

Documento di sintesi delle principali questioni in materia d’istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica e delle novità legislative della Legge di Bilancio 2019 di interesse per la Commissione.

Indice:
1. Novità della legge di bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145)
2. Piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato zero sei
3. Tarsu scuola
4. Contributo mensa personale scolastico
5. Diritto allo studio
6. Statizzazione istituti superiori di studi musicali
7. Insegnanti della scuola dell’infanzia

1. LEGGE DI BILANCIO 2019

La legge di bilancio 2019 che quest’anno contiene anche il “Milleproroghe”, ha ricevuto il via libera definitivo della Camera dei Deputati in terza lettura il 30 dicembre 2019; il provvedimento prevede alcune misure relative al comparto Scuola, in particolare riguardo all’edilizia scolastica, al tempo pieno nella scuola primaria, al piano nazionale sul sistema educativo zero sei anni, alle risorse per l’assistenza di alunni disabili, al differimento dei termini in materia di istruzione e ai finanziamenti Kyoto per l’efficientamento energetico destinati agli edifici scolastici.

Nel corso dell’iter parlamentare della manovra, l’ANCI ha formulato diversi emendamenti su alcune questioni già evidenziate con note e lettere al Ministro dell’Istruzione, nei mesi precedenti all’emanazione della legge di bilancio.
Tra le principali richieste dell’ANCI si evidenzia:

– In materia di sicurezza degli edifici scolastici, risulta necessaria la definizione di un piano di investimenti sul territorio, attraverso lo stanziamento di risorse finanziarie, destinate a misure antisismiche e all’adeguamento della normativa antincendio nonché lo stanziamento di risorse ad hoc per situazioni emergenziali (esiti indagini di vulnerabilità sismiche).

– Per quanto riguarda l’adeguamento della normativa antincendio, considerata la scadenza al31 dicembre 2018 (d.l. n. 91/2018 convertito nella legge 21 settembre 2018, n. 108 c.d. “.Milleproroghe”), sono state formulate in alternativa due proposte emendative:
a) richiesta di proroga al 31 dicembre 2019 per gli edifici scolastici e dei locali adibiti a scuola e per agli asili nido;
b) richiesta di proroga almeno triennale fino al 31 dicembre 2021 e la previsione di un graduale stanziamento diretto ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane. L’obiettivo della proposta era quello di consentire ai Sindaci un tempo congruo per gli interventi necessari all’adeguamento con la previsione di uno stanziamento di risorse mirate alla sicurezza antincendio. Gli emendamenti non sono stati accolti in Legge di Bilancio.
Anche a seguito delle sollecitazioni da parte dell’ANCI, il Governo nel corso dell’esame al Senato al Ddl Semplificazioni, ha presentato l’emendamento relativo alla proroga triennale per l’antincendio; purtroppo ritenuto inammissibile.

– Per quanto riguarda le verifiche di vulnerabilità sismica per le scuole sono stati formulati due emendamenti finalizzati a:
a) chiedere di prorogare al 31 dicembre 2019 il termine fissato al 31 dicembre 2018 (art. 20 bis del dl 8/2017) per effettuare le verifiche nelle zone a rischio simico 1 e 2 nonché per la progettazione degli eventuali interventi che risulteranno necessari a seguito delle verifiche:
b) stabilire una. modalità a seguito degli esiti di vulnerabilità sia per ordinare, secondo un criterio di priorità gli edifici sui quali intervenire sia per inserire gli stessi nella programmazione nazionale in materia di edilizia scolastica. Gli emendamenti non sono stati accolti nella Legge di bilancio né nel Ddl semplificazione nel quale erano stati ripresentati.

Richieste accolte:

a) Piano integrato nazionale di educazione e di istruzione 0-6: l’ANCI aveva chiesto un incremento pari a 600 milioni, anche graduale, delle risorse finanziarie a livello centrale, al fine di dare piena applicazione alle finalità del piano e ridurre i divari territoriali. Infatti in base ad una stima effettuata, presentata anche in fase di predisposizione del Piano, sarebbero necessarie circa 1.500 milioni di euro (stima effettuata dal Dipartimento ANCI Istruzione, Politiche educative ed edilizia scolastica), includendo il costo per la costruzione e/o ristrutturazione delle sedi, per la realizzazione del sistema integrato: ovvero per giungere alla copertura dell’offerta del 33% della popolazione per i servizi educativi e del 100% per l’offerta della scuola dell’infanzia.
La norma approvata in legge di bilancio ha definito un incremento a decorrere dal 2019, pari a 10 milioni di euro, cifra non soddisfacente per l’ANCI che rinnoverà la richiesta di incremento nelle competenti sedi.

b) Funzioni Assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali: l’autorizzazione di spesa di cui all’art. 1, c. 70 della l. 205/2017 è incrementata di € 25 milioni annui per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni della scuola secondaria di secondo grado, con disabilità fisiche o sensoriali, nonché per i servizi di supporto organizzativo per i medesimi alunni o quelli in situazione di svantaggio di competenza delle Città metropolitane e delle Province. La richiesta di incremento è stata fortemente sollecitata dall’ANCI in tutte le competenti sedi istituzionali.

Per gli altri emendamenti presentati ma non accolti, di seguito riportati, saranno rinnovate le richieste nelle competenti sedi istituzionali.

– Mensa personale scolastico: incremento del contributo per il rimborso riconosciuto agli enti locali per le spese sostenute relativamente al servizio di mensa;

– Tarsu – scuole: incremento dell’importo da corrispondere ai Comuni per il servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti nelle istituzioni scolastiche statali.

– Libri di testo: stanziamento di risorse da destinare ai Comuni per il rimborso dei libri di testo, erogati gratuitamente a tutti gli alunni della scuola primaria.

– Incremento del tempo pieno nella scuola primaria. L’art. 1 commi 728 e 729 della legge di bilancio 2019 prevede che con decreto del Miur, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio (1 marzo 2019), sentita la Conferenza Unificata, vengano stabilite le modalità per incrementare il tempo pieno nella scuola primaria. Ai suddetti fini, il limite di spesa (all’art. 1, comma 201, della legge 107/205), è incrementato in misura corrispondente a 2.000 posti aggiuntivi nella scuola primaria.
L’ANCI aveva formulato un emendamento volto a rendere esplicita la finalità di procedere gradualmente con il tempo pieno e la richiesta della previsione relativa alle risorse necessarie per rimborsare ai Comuni le spese sostenute, per conto dello Stato, per la fornitura dei pasti al personale addetto all’assistenza educativa ed alla sorveglianza durante la mensa nelle nuove sezioni di tempo pieno che secondo una stima effettuata dall’ANCI dovrebbero essere incrementate per almeno 2,5 milioni di euro.
In uno spirito di collaborazione, si auspica che prima dell’emanazione del decreto, il MIUR condivida i contenuti con l’ANCI. •

2. PIANO DI AZIONE NAZIONALE PER LA PROMOZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO 0-6

La conferenza Unificata del18 ottobre 2018 ha approvato il decreto di riparto delle risorse per il 2018, 224 milioni di euro, 15 milioni in più rispetto al 2017, secondo i criteri formulati dall’ANCI e condivisi nell’ambito della Commissione Istruzione, Politiche educative ed Edilizia scolastica e accolti favorevolmente anche dal .Ministero dell’Istruzione e dalle Regioni.

I complessivi 224 .milioni sono stati così ripartiti: 209 milioni ripartiti con gli stessi criteri e percentuali dello scorso anno: 40 % in base alla popolazione compresa tra 0/6 ; 50 % in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi; 10% in misura proporzionale alla popolazione di età compresa 3/6 anni non iscritta alla scuole infanzia statale.
I 15 milioni aggiuntivi ripartiti tra le Regioni collocate al di sotto della media nazionale pari al 26,13% della percentuale di iscritti ai servizi educativi, rispetto alla popolazione di età compresa tra zero e tre anni, e assegnati in proporzione alla distanza dalla media nazionale. Sette le Regioni che hanno avuto questo incremento, mentre le altre hanno avuto le medesime risorse dello scorso anno. Le risorse, sono erogate dal MIUR direttamente ai Comuni, previa individuazione dei beneficiari da parte delle regioni sentite le ANCI regionali.

L’ANCI con lettera inviata al MIUR il10 gennaio 2019 ha chiesto di avere informazioni su:
– insediamento della Cabina di Regia (Delibera del Consiglio dei .Ministri 11 dicembre 2017) che ha funzioni di supporto e valutazione dell’attuazione e dell’efficacia degli interventi del piano;
-insediamento della Commissione per avviare la prèdisposizione delle linee guida pedagogiche (art. 10 dlg. 65/2017);
– richiesta di predisposizione di una scheda condivisa tra i soggetti interessati per procedere alla rilevazione dei dati forniti dalle Regioni al Miur e consentire attraverso la lettura degli stessi di valutate l’impatto del piano 0/6 e le linee strategiche da adottare;
– avvenuta erogazione a tutti i Comuni delle risorse relative all’annualità 2018 e al finanziamento regionale pari almeno al 20% delle risorse assicurate dallo Stato.

Sempre nella Conferenza Unificata del 18 ottobre 2108 è stato espresso parere favorevole al Decreto per il rinnovo per uri anno dell’Accordo quadro su “Sezioni primavera”. L’ANCI ha avanzato la proposta, accolta dal MIUR, che a partire dal prossimo anno queste risorse confluiscano nel fondo destinato al sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni che ricomprende anche i servizi per i bambini nella fascia 24/36 mesi.

3. TARSU SCUOLA

L’ANCI ha più volte richiamato l’attenzione presso il MIUR, da ultimo con lettera di dicembre 2018, sul contributo riconosciuto ai Comuni per il servizio di raccolta e recupero e smaltimento dei rifiuti nelle istituzioni scolastiche. Attualmente il Miur corrisponde direttamente ai Comuni la somma di 38,734 milioni di euro, quale importo forfettario per il servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) nelle istituzioni scolastiche statali; tale importo fu individuato in sede di Conferenza Stato-Città ed autonomie locali nel 2001, e da allora è rimasto invariato. Tra l’altro dal 2009, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 442/2008, sono rientrati tra i destinatari delle risorse anche i Comuni della Sicilia che hanno influito per un importo pari a circa 4,5 mln euro, con una conseguente diminuzione complessiva dei trasferimenti per tutti gli altri Comuni.
L’accordo di Conferenza-Stato città e autonomie locali del 2008, ha stabilito ai fini del riparto annuale il riconoscimento di una percentuale aggiuntiva ai Comuni che effettuano la raccolta TARSU; per l’annualità 2018 è pari al 6%.

4. CONTRIBUTO MENSA PERSONALE SCOLASTICO

L’ANCI ha sempre espresso contrarietà al riconoscimento di un “contributo” per i pasti forniti dai Comuni al personale scolastico statale, in luogo del rimborso dell’intero costo di ogni singolo pasto. Questo viene infatti effettuato in proporzione al numero delle classi che accedono al servizio piuttosto che tenendo conto della platea del personale statale avente diritto alla mensa (art. 21 del CCNL del comparto scuola introdotta dall’accordo stipulato il 29 novembre 2007, relativo al quadriennio 2006/2009, poi mantenuta nei contratti successivi). Il pasto infatti viene fornito, in alcune realtà e stante le effettive modalità orarie del servizio scolastico, anche agli insegnanti di sostegno, al secondo insegnante della scuola primaria e ad alcuni ausiliari in servizio, per lo svolgimento delle mansioni di loro competenza durante l’orario del pasto, con costi che ricadono sui Comuni.
Attualmente viene rimborsato un importo pari a 62 mln di euro, a fronte di una spesa complessiva che l’ANCI stima in almeno il doppio, la cui differenza viene sostenuta con risorse proprie dei Comuni. Meno di 2,80 euro il rimborso riconosciuto ai Comuni per ciascun pasto a fronte di un importo tra i 5 e i 6 euro speso dai Comuni. Si tratta di un importo praticamente invariato dal 1999, tranne un lieve incremento avuto nel 2008 a seguito del rinnovo del CCNL.
La criticità di tale situazione era stata già portata all’attenzione della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali nel luglio del 2016, trovando la condivisione del MlUR che si ei’a impegnato a trovare la necessaria copertura finanziaria, insieme al MEF da prevedere con una specifica norma. Purtroppo tale previsione non ha ancora avuto seguito.

5. DIRITTO ALLO STUDIO

Un diritto allo studio più adeguato al mutamento socio-economico in atto in questi ultimi anni impone un ripensamento sui minati trasferimenti eli risorse agli enti locali avvenuto proprio mentre si verifica un aumento eli povertà nei territori. Il segnale di attenzione riscontrato negli ultimi anni sul welfare dello studente deve essere supportato con investimenti importanti per consentire interventi che facilitino ai meno abbienti, in costante crescita, l’adempimento dell’obbligo scolastico e la prosecuzione degli studi oltre l’obbligo, fino al completamento della scuola secondaria.

Libri di testo

I Comuni continuano a sostenere gran parte del costo dei libri di testo delle scuole elementari di tutti gli alunni, circa 2.600.000, sia delle scuole statali che private, a prescindere dal reddito, a seguito del trasferimento della funzione relativa all’assistenza scolastica, secondo quanto previsto dagli art.42 e 45 del D.P.R. 616/77. A ciò vanno aggiunti gli aumenti annuali e la percentuale di inflazione, cui non corrisponde nessun aumento dei trasferimenti relativi per tale spesa che sono fermi all’importo consolidato nel 1986.
Considerando i circa 2.600.000 alunni delle scuole primarie, comprese le scuole private, e visto il prezzo dei libri stabilito dal d.m. 377 del 9 maggio 2018 “Determinazione del presso dei libri di testo scuola primaria a.s. 2018/2019”, si arriva ad un costo complessivo annuale pari a circa 95 milioni di euro sostenuto interamente dai Comuni.
Per questo motivo l’ANCI ha formulato un emendamento alla Legge di Bilancio 2019, non accolto, per chiedere lo stanziamento di risorse destinate ai Comuni per il rimborso dei libri di testo, erogati gratuitamente per tutti gli alunni della scuola primaria, secondo quanto previsto dagli artt. 42 e 45 del D.P.R. 616/77.

Borse di studio: finanziamenti

Nella seduta di Conferenza Unificata del 18 ottobre 2018 è stata data Intesa ai due decreti MIUR (dm 685 e dm 686) che prevedono l’erogazione delle risorse per le borse di studio per gli anni 2017 e 2018, a favore degli studenti della scuola secondaria di secondo grado, con disagio economico che abbiano un livello ISEE in misura non superiore a 15.748,78 euro. Le borse di studio sono finalizzate all’acquisto dei libri di testo, all’accesso ai beni e servizi di trasporto e di natura culturale.

È previsto uno stanziamento di 30 mln di euro per il 2017, 33,4 mln per il 2018 e 39,7 mln a decorrere il 2019.

ll MIUR ha diffuso due circolari operative che contengono le modalità operative di erogazione dei contributi per le borse di studio riferite alle annualità 2017 e 2018, di cui al decreti ministeriali.

In sede politica l’ANCI ha evidenziato la necessità che per il 2019 le borse di studio vengano erogate nei tempi utili alle famiglie attraverso una preventiva programmazione delle scadenze nelle diverse fasi procedurali anticipate.

Inoltre l’ANCI ha sollecitato l’avvio di un tavolo con tutti i soggetti coinvolti, per individuare le possibili soluzioni, al fine di prevedere che le risorse per il diritto allo studio siano escluse dalle clausole di salvaguardia operanti nei confronti delle Regioni determinando negli anni una drastica riduzione delle risorse statali assegnate per tali finalità.

Tasse scuole superiori

Nella Conferenza Unificata del 24 gennaio scorso è stata data Intesa al decreto Miur per la determinazione della fascia ISEE, ai fini dell’esonero del pagamento delle tasse scolastiche, per le studentesse e gli studenti delle classi quarta a decorrere dall’anno scolastico 2018/2019 e delle classi quarte e quinte a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020, dell’istruzione secondaria di secondo grado.
Il decreto quest’anno contiene una novità rispetto all’anno scorso in quanto prevede l’innalzamento della soglia ISEE a 20.000 euro, indipendentemente dal numero dei soggetti che compongono il nucleo familiare. Ciò consentirà un ampliamento del numero delle famiglie che potranno usufruire dell’esenzione. li Ministero dell’Istruzione indicherà alle scuole le modalità che le famiglie dovranno seguire per richiedere dell’esonero.

Mensa biologica

E’ stato registrato dalla Corte ed è in attesa di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il decreto MIPAAF di concerto con il MIUR, approvato nella Conferenza Unificata del 31 ottobre 2018, di riparto della quota di 10 milioni per l’anno 2018 del fondo finalizzato a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica e a realizzare iniziative di informazione e promozione nelle scuole. Come stabilito nel decreto MJPAAF del 18 dicembre 2017 recante “Criteri e requisiti delle mense scolastiche biologiche”, le stazioni appaltanti che aggiudicano servizi di mensa scolastica. biologica e i soggetti eroganti il servizio di mensa biologica (comma 5 -bis dell’art. 64, legge n.96/2017), devono trasmettere al Ministero istanza di iscrizione, entro il31 marzo, sulla piattaforma informatica attiva sul sito MIPAAF.

Si evidenzia che l’Anci nel dare l’intesa al decreto, ha posto la raccomandazione che per il riparto 2019 siano rivisti i criteri per la ripartizione delle risorse (20%) destinate alle Regioni per azioni di divulgazione e promozione.

6. STATIZZAZIONE ISTITUTI SUPERIORI DI STUDI MUSICALI

L’ANCI ha promosso attivamente negli ultimi anni la questione della statizzazione degli istituti musicali che grazie anche all’intervento del Miur e del Parlamento hanno consentito il riparto delle risorse per avviare il percorso di statizzazione atteso da tanti anni. Infatti con l’art. 22 bis del dlS0/2017 convertito nella Legge n. 96/2017, è stato istituito il fondo che dovrà portare nell’arco di un triennio alla completa statizzazione, attraverso un percorso condiviso che tenga conto delle diverse condizioni territoriali. Si tratta complessivamente di 22 milioni per il 2018; 28,5 milioni per il 2019 e 55 milioni a partire dal 2020 (di tali risorse 4 milioni di euro annui sono utilizzati per la statizzazione delle ex accademie storiche)

A seguito degli incontri tecnici con i Ministeri competenti sono stati definiti due decreti che individuano rispettivamente le modalità di avvio della statizzazione e il riparto delle risorse. Si è ancora in attesa dell’emanazione di detti decreti attesi per la fine del 2018. Questo ritardo sta determinando grav1 difficoltà e che potrebbe compromettere per alcuni istituti la possibilità di avviare la statizzazione.

A tal proposito l’ANCI e l’UPI con lettera del 7 febbraio 2019 hanno sollecitato l’emanazione dei due decreti, nonché di avere conoscenza dei contenuti del DPCM relativo alle dotazioni organiche e alla stabilizzazione del relativo personale.

Nell’ambito degli “Stati generali dell’AFAM’, che si sono svolti ne1 giorni scors1, il Ministero dell’Istruzione ha preannunciato la firma del MEF sui decreti.

Il decreto relativo invece al riparto 2018 (ultima tranche) dovrebbe essere alla registrazione della Corte dei Conti e prossima l’erogazione delle risorse.

7. INSEGNANTI SCUOLA DI INFANZIA

Nelle scuole d’infanzia si registra una forte carenza di personale in possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso, che ai sensi della normativa vigente è rappresentato dalla Laurea specialistica in Scienze della formazione primaria (vecchio e nuovo ordinamento), anche se in via del tutto residuale sono ancora validi i titoli previdenti ossia il Diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo scuola dell’Infanzia) o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002.

In particolare le criticità riguardano le sostituzioni di breve ma anche di medio termine di personale assente che si sono fortemente accentuate dopo la riforma dei corsi di studio universitari e l’attivazione del corso di laurea in Scienze della formazione primaria a ciclo muco, valido per la scuola d’infanzia e per la scuola primaria. La grave carenza di personale in possesso del titolo di studio interessa tutte le gestioni di scuola d’infanzia – le scuole paritarie come le scuole statali – e oltre a creare forti inefficienze nella gestione delle supplenze, mette a repentaglio quotidianamente l’apertura dei servizi, che sono a rischio di chiusura anticipata.

Proposte di breve periodo:

l. Prevedere un titolo di studio alternativo per la gestione delle supplenze, a cui fare ricorso esclusivamente in caso di indisponibilità di personale in possesso del titolo abilitante .Per l’accesso. I titoli alternativi potrebbero essere: .
a) Laurea triennale in scienze dell’educazione L19 – titolo di accesso per gli educatori ai nidi d’infanzia, la cui disponibilità è sicuramente superiore;
b) Titolo di istruzione secondaria di secondo grado, in particolare illiceo delle scienze umane.

2. Prevedere che per gestire le situazioni in cui è assente una. parte degli insegnanti di sezione, si possa fare ricorso all’assunzione di personale con i suddetti titoli di studio per supportare gli insegnanti . presenti, purché sia presente nel plesso scolastico almeno un insegnante di sezione.

Proposte di lungo periodo

1. Reintrodurre un indirizzo specifico per la scuola d’infanzia nella laurea specialistica in scienze della formazione.
2. Aumentare i numeri del numero chiuso per accedere ai corsi di Laurea specialistica di Scienze della formazione primaria a ciclo unico, al fine di tenere conto dei fabbisogni di tutti i tipi di gestione di scuola d’infanzia, paritaria e statale.