Linee guida educazione motoria 2009

Nota Miur 4 agosto 2009, n. 4273  

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione

LINEE GUIDA PER LE ATTIVITA’ DI EDUCAZIONE FISICA, MOTORIA E SPORTIVA NELLE SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO E SECONDO GRADO

Questo Ministero ha assunto la determinazione di intraprendere azioni volte a migliorare la qualità del servizio inerente alle attività motorie, fisiche e sportive nelle scuole di ogni ordine e grado. A tale fine intende procedere ad una rivisitazione globale dell’organizzazione del settore proponendo formule organizzative innovative ritenute idonee a perseguire gli obiettivi strategici che vengono esplicitati nel presente documento che intende fornire linee guida per una ristrutturazione degli assetti dello specifico settore formativo.

P R E M E S S A

La scuola, soprattutto a seguito dell’introduzione dell’autonomia, è sempre più primario punto di riferimento per la famiglia e per la società; il tempo che il giovane trascorre all’interno dell’istruzione è determinante per lo sviluppo delle sue capacità e potenzialità.
Continua altresì ad aumentare la richiesta, da parte delle famiglie di una scuola che sia un centro educativo il cui intervento vada oltre gli ambiti disciplinari ed affronti con i ragazzi tematiche di carattere etico e sociale guidandoli all’acquisizione di valori e stili di vita positivi.
Attualmente infatti, emerge una preoccupante situazione di disagio dei giovani inseriti nella complessa realtà di un mondo globalizzato che li rende sempre più fragili e disorientati aumentando i problemi di comunicazione con gli adulti.
Le difficoltà nel comportamento, l’ansia da prestazione, l’insicurezza di fronte alle situazioni da risolvere, l’attenzione sempre più ridotta, l’incapacità di orientarsi, unitamente ad un’allarmante aumento dei disturbi specifici dell’apprendimento, sono caratteristiche molto frequenti nei nostri giovani al punto da essere state ufficialmente codificate come difficoltà concrete nel rapportarsi con il mondo esterno e con se stessi. Aumenta nei giovani la ricerca di stimoli forti, senza la consapevolezza delle possibili e spesso tragiche conseguenze che possono derivarne: la diffusione di episodi sempre più gravi di bullismo, di forme di dipendenza come l’alcolismo, il tabagismo e il doping .
Contestualmente si rileva una persistenza delle percentuali di abbandono scolastico ed una precoce rinuncia all’attività sportiva. E’ importante notare come le esperienze ludico-motorie siano significativamente diminuite causando nei giovani una scarsa percezione del proprio corpo che compromette l’equilibrato sviluppo delle loro capacità motorie, fondamentali per l’incremento della conoscenza e dei concetti astratti e che, inevitabilmente, provoca in loro una cattiva accettazione di se stessi.
Infine è crescente la preoccupazione per l’adozione di non corretti stili di vita sempre più sedentari e per una cattiva alimentazione, che determinano un aumento considerevole dei casi di obesità e delle malattie ad essa collegate.
Per consentire ad ogni giovane di affrontare queste situazioni è necessario aiutarlo a vivere il proprio corpo con maggiore serenità e fiducia, a sapersi confrontare con gli altri per affrontare esperienze in comune e a saper essere squadra con spirito positivo.

E’ ormai unanimemente riconosciuto che lo sport è uno degli strumenti più efficaci per aiutare i giovani ad affrontare situazioni che ne favoriscano la crescita psicologica, emotiva, sociale, oltre che fisica.
Lo sport, infatti, richiede alla persona di mettersi in gioco in modo totale e lo stimola a trovare gli strumenti e le strategie per affrontare e superare le proprie difficoltà.
Consapevole della forte valenza educativa dello sport questo Ministero intende realizzare un ampio piano di intervento per potenziare l’attività sportiva scolastica e conferire alla stessa carattere di continuità nel corso dell’intero anno scolastico e nel complessivo percorso educativo degli anni di scolarità.
Il nodo più difficile ed urgente da sciogliere, come peraltro le ricerche condotte evidenziano, è un maggior coinvolgimento degli studenti nelle attività sportive in termini sia di interesse sia di partecipazione. Tale problema può essere più facilmente affrontato e risolto con un maggiore e più strutturato coinvolgimento del mondo della scuola.
Allo sport scolastico viene quindi affidato il compito di sviluppare una nuova cultura sportiva e di contribuire ad aumentare il senso civico degli studenti, migliorare l’aggregazione, l’integrazione e la socializzazione, e, non da ultimo, ridurre le distanze che ancora esistono tra lo sport maschile e lo sport femminile. Inoltre innovative formule di organizzazione e gestione dovranno consentire agli studenti di trovare un proprio ruolo anche in ruoli diversi da quello di atleta come, ad esempio, quello di giudice e di arbitro.
Riconosciuto che il profondo senso educativo dello sport sta proprio nel fatto che
tutti i partecipanti, con i loro diversi ruoli, rispettano le regole che essi stessi hanno accettato e condiviso, la scuola deve farsi interprete di un nuovo progetto di sport scolastico che favorisca l’inclusione anche delle fasce più deboli e disagiate presenti fra i giovani.
L’attività sportiva scolastica, come organizzata fino ad oggi, ha corrisposto solo in parte ai risultati attesi sul piano educativo. Volendo aiutare i giovani a vivere la competizione come momento di verifica di se stessi e non come scontro o aggressione dell’avversario si devono creare condizioni perché ci sia un’educazione alla competizione e si sviluppi la capacità di vivere correttamente la vittoria ed elaborare la sconfitta in funzione di un miglioramento personale.
Tali obiettivi possono essere perseguiti con una riorganizzazione dell’avviamento alla pratica sportiva secondo una nuova formula mirata a conseguire incrementi delle attività a livello di scuola e territoriale per fasce più ampie di studenti e su diversificazioni per lo sport di eccellenza.
L’attività sportiva si concretizza dunque come momento di verifica in itinere di un lavoro svolto con continuità dai docenti di educazione fisica nelle proprie scuole. Questa continuità va perseguita tendenzialmente nei confronti di tutti gli alunni, compresi quelli con disabilità, nei confronti dei quali va anzi posta una particolare attenzione in ragione del notevole contributo che l’attività sportiva può portare ad una piena integrazione scolastica degli stessi nonché alla loro crescita umana.
Si tratta di compiti particolarmente importanti e di grande responsabilità, che debbono essere svolti dai docenti di educazione fisica e che debbono trovare un forte riconoscimento nell’attività progettuale di ogni istituzione scolastica.

Un piano nazionale di riorganizzazione della pratica sportiva all’interno della scuola chiama in causa anche gli organi dell’amministrazione scolastica, sia centrali che periferici, in uno sforzo operativo verticale da porre a garanzia dell’effettiva realizzazione del piano stesso.

UNA DIVERSA ORGANIZZAZIONE DELLO SPORT SCOLASTICO

Innovare le formule organizzative per svolgere attività sportive nelle istituzioni scolastiche significa costruire un circuito strutturato a misura di ogni partecipante, sia sotto il profilo della promozione di attività motorie per tutti, ponendo doverosa attenzione anche ai disabili, sia sotto il profilo della valorizzazione delle eccellenze.
Per fornire alle attività una continuità temporale ed una verticalità nel corso di tutti
gli anni della scuola secondaria, appare necessario prevedere l’organizzazione di momenti sportivi nelle singole scuole nonché nei vari livelli territoriali, sia nelle discipline di squadra che in quelle individuali.
Uno sport scolastico organizzato, all’interno delle istituzioni, consentirà anche di realizzare efficaci interazioni con gli enti territoriali e gli organismi sportivi operanti sul territorio con i quali, nel rispetto dei reciproci fini istituzionali che devono rendersi complementari e non alternativi, vanno instaurate sinergie compartecipative dalle quali potrà scaturire una significativa ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie.
Nell’avviamento alla pratica sportiva delle studentesse e degli studenti, tutte le discipline debbono avere pari dignità, senza scelte precostituite imposte dall’alto, che mirino a privilegiare quelle più seguite dalla popolazione adulta.
L’adesione dell’Italia all’I.S.F. (International School Federation) postula la pratica delle discipline che in tale ambito sono presenti.
Tuttavia ciò non può costituire il fine della presenza dello sport nella scuola, che deve essere la naturale conseguenza della libera scelta delle varie discipline da parte degli studenti, supportata dall’attenta azione di orientamento svolta dai docenti di educazione fisica sulla base di una scientifica rilevazione delle attitudini e delle vocazioni dei singoli alunni.
Le scelte che saranno operate dalle scuole nel quadro degli indirizzi nazionali dovranno trovare collocazione nel Piano dell’offerta formativa di ciascuna istituzione, essendo la pratica sportiva elemento costitutivo del complessivo processo educativo e non momento accessorio privo di respiro interdisciplinare.

I CENTRI SPORTIVI SCOLASTICI E L’UTILIZZO DELLE ORE AGGIUNTIVE

• Le ore di insegnamento curricolari di educazione fisica, motoria e sportiva assolvono la funzione di fornire a tutti la preparazione di base e di far emergere propensioni, vocazioni ed attitudini dei singoli. Il naturale completamento della specifica disciplina è affidato alle ore aggiuntive di avviamento alla pratica sportiva, fino ad un massimo di sei settimanali. Tale istituto, tradizionalmente facente parte dello stato giuridico dei docenti di educazione fisica e recepito dall’articolo 87 del vigente Contratto Nazionale di Lavoro del comparto scuola, costituisce lo strumento indispensabile per la realizzazione delle finalità esplicitate nel presente documento.
Riorganizzare la pratica sportiva nella scuola comporta un utilizzo di queste ore corretto, trasparente e finalizzato a conseguire risultati sistemici. Per convogliare efficacemente le relative risorse finanziarie occorre che le istituzioni scolastiche si dotino di una struttura organizzativa interna che possa far nascere, accompagnare e sviluppare la pratica sportiva.
La formula organizzativa cui si affida la risposta concreta alla volontà di ampliamento e riqualificazione dell’attività motoria, fisica e sportiva giovanile è quella della istituzione dei CENTRI SPORTIVI SCOLASTICI, da intendersi come struttura organizzata all’interno della scuola, finalizzata all’organizzazione dell’attività sportiva scolastica. La loro costituzione presso le scuole secondarie è autonomamente deliberata e non ha alcun carattere di obbligatorietà. Le scuole potranno liberamente decidere di costituirli rispettando le procedure e coinvolgendo gli organi di istituto, individuali e collegiali, ai quali la normativa vigente affida la formazione e la manifestazione delle deliberazioni.
Compito dei C.S.S. è quello di programmare ed organizzare iniziative ed
attività coerenti con le finalità e gli obiettivi del progetto nazionale, in funzione della propria realtà e delle proprie risorse. Soggetti di tale forma associativa interna saranno i docenti di educazione fisica fra i quali il Dirigente scolastico, nell’esercizio delle proprie prerogative di stato giuridico relative al migliore utilizzo delle risorse umane disponibili, nominerà quello incaricato del coordinamento del Centro Sportivo. Le attività proposte e approvate dai competenti organi collegiali nell’ambito delle rispettive competenze, saranno inserite, come già ricordato, nel Piano dell’offerta formativa, rendendosi così parte integrante dello stesso.
Il responsabile del C.S.S., in collaborazione con i colleghi di Educazione fisica, dovrà realizzare un programma didattico-sportivo relativo a tutte le iniziative da proporre agli studenti durante l’anno scolastico. Il progetto quantificherà anche gli oneri finanziari della sua realizzazione, necessari per avanzare la richiesta di accesso ai fondi delle ore di avviamento alla pratica sportiva, il cui finanziamento avverrà nei limiti delle risorse destinabili a livello nazionale.
Gli studenti manifesteranno la loro libera volontà di aderire alle attività proposte indicando le discipline sportive che intendono praticare. E’ auspicabile che le scelte riguardino più discipline, per favorire l’orientamento anche verso l’attività sportiva extrascolastica e verso la sua prosecuzione oltre l’età di scolarizzazione
L’adesione alle attività rende gli studenti soggetti dell’associazione il cui funzionamento potrà essere oggetto di specifico regolamento autonomamente deliberato dalle scuole che riterranno di adottare la formula organizzativa proposta.

• La costituzione dei C.S.S. è la formula organizzativa che fornisce garanzie in ordine ad un’attività programmata, continuativa e legata al complessivo processo di formazione dei giovani. Essa, pur essendo libera, costituisce condizione per l’accesso alle ore di avviamento alla pratica sportiva, che trovano così un percorso di erogazione mirato evitando dispersioni non produttive e svincolate da una logica organizzativa di sistema. Nel contempo le progettualità che saranno espresse e realizzate forniranno un parametro di riferimento per la rilevazione dell’effettivo fabbisogno di risorse finanziarie.
Le scuole hanno consolidato negli anni una vasta esperienza nell’utilizzo
delle ore di avviamento alla pratica sportiva. Nel momento in cui alle stesse si affida il ruolo di strumento a supporto di un piano nazionale di riqualificazione dell’offerta si ritiene opportuno richiamarne i tratti finalistici essenziali affinché assumano caratteristiche di investimento educativo e finanziario.
Queste ore hanno carattere frontale e debbono essere utilizzate non in modo episodico, ma con carattere di continuità per tutto l’anno, con l’obiettivo di creare negli alunni un’abitudine sportiva nello stile di vita e permettere loro di percepirla come una attività regolare e tendenzialmente quotidiana. Deve rappresentare una forma di sensibilizzazione al movimento e stimolare gli alunni ad avvicinarsi allo sport interiorizzandone i principi e i valori educativi ad esso sottesi. L’acquisizione di stili di vita di cui lo sport costituisca parte integrante favorirà l’arricchimento della pratica sportiva anche con esperienze extrascolastiche e la loro prosecuzione anche oltre l’età di scolarizzazione con benefici per tutto lo sport nazionale.
Le attività svolte devono favorire la partecipazione alle manifestazioni sportive studentesche nei vari livelli territoriali e il lavoro svolto dagli alunni deve essere certificato nel quadro delle competenze definite al termine della frequenza dei cicli scolastici.
L’utilizzo di queste ore nella scuola deve essere adeguatamente registrato e documentato per verificare la partecipazione degli alunni e l’articolazione delle attività. Esso deve essere monitorato e rendicontato dai dirigenti scolastici e comunicato ai competenti organi territoriali per consentire all’Amministrazione di analizzare i dati, rilevare fabbisogni, valutare la necessità di eventuali variazioni di linee di politica amministrativa e ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie.
L’istituzione dei CSS vuole essere un segnale molto forte per la diffusione dello sport scolastico come momento educativo, formativo e dello stare bene a scuola.
Il ruolo del docente di Educazione fisica diventa fondamentale per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi del progetto.
L’opera costante del docente di Educazione fisica attribuirà allo sport una
maggiore funzione formativa e lo stesso, nella sua qualità di educatore, potrà utilizzare lo sport per sviluppare al meglio le capacità di ogni alunno attraverso l’adozione di sani stili di vita.
Riconosciuto dagli studenti anche come insegnante-preparatore, potrà contribuire a far risaltare le qualità sportive di ogni allievo, soprattutto di quelli che ritengono di non avere alcuna attitudine e che non praticano in modo continuativo sport.

IL RUOLO DEGLI UFFICI DELL’AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA

Un contributo indispensabile alla progettazione e alla realizzazione del progetto nazionale di valorizzazione dello sport nelle scuole deve essere offerto dal Coordinatore di educazione fisica il quale dispone della professionalità e delle competenze necessarie per aiutare le scuole a mobilitare le risorse e verificarne la corretta ricaduta educativa. Gli uffici territoriali di educazione fisica, rispetto ai quali i Direttori Generali Regionali attiveranno ogni possibile sforzo, compatibile con la situazione di contesto generale, finalizzato a fornire una struttura operativa adeguata alla rinnovata valenza operativa della figura, fungeranno da consulenti e da facilitatori del raccordo scuole-territorio. Particolare cura dovrà essere posta da parte degli stessi a stimolare la formazione di reti di scuole per agevolare le sinergie con l’esterno e per ottimizzare ulteriormente l’uso delle risorse. Essi instaureranno altresì rapporti con gli enti locali coordinando in un’ottica sistemica le analoghe relazioni che le scuole intrattengono nella loro autonomia. A tale azione non è estraneo anche l’obiettivo di diffondere la pratica dei campus sportivi estivi, significativo momento di aggregazione sociale e garanzia di ulteriore continuità della pratica sportiva anche oltre il periodo dell’anno scolastico dedicato alle attività didattiche.
Particolare rilievo dovrà essere attribuito dai Coordinatori alla verifica dei mezzi finanziari utilizzati dalla scuola monitorando costantemente l’effettivo utilizzo delle ore eccedenti e la loro rispondenza alle finalità e agli obiettivi del progetto nazionale.
I Direttori Generali regionali, dai quali funzionalmente dipendono tali figure professionali, ne supporteranno l’azione e si faranno carico di diffondere tra le scuole le presenti linee guida per favorirne la realizzazione.
I dati acquisiti e le valutazioni da loro formulate saranno trasmessi ed elaborati da un Coordinatore a livello regionale, che i titolari degli uffici scolastici regionali avranno cura di nominare affidando l’incarico ad uno dei Coordinatori presenti sul territorio di competenza, o ad un dirigente del proprio ufficio appositamente designato.
Al Coordinatore regionale potranno essere affidate anche funzioni di valenza professionalmente più ampia sulle aree delle politiche giovanili al fine di fornire alle attività sportive un collegamento funzionale con tutte quelle attività scolastiche trasversali al curricolo che veicolano i medesimi valori che si legano allo sport.
La guida del progetto e l’individuazione delle sue linee di politica amministrativa sono affidate alla Direzione Generale per lo studente che si relazionerà costantemente con i Coordinatori regionali al fine di disporre di un quadro nazionale delle attività dal quale trarre linee di intervento nazionali. Il succitato ufficio centrale potrà avvalersi della collaborazione di apposito gruppo di lavoro per tutte le esigenze operative scaturenti dal progetto ed individuerà, con la Direzione Generale per la politica finanziaria ed il bilancio le procedure amministrative contabili più idonee a convogliare le risorse finanziarie delle ore di avviamento alla pratica sportiva in modo conforme ai principi che presiedono alla loro finalizzazione a supporto della riorganizzazione del settore.

Il progetto avrà un avvio sperimentale della durata di tre anni nel corso dei quali, sulla base delle indicazioni fornite dall’esperienza concreta, potranno peraltro essere apportati i correttivi eventualmente necessari e introdotte ulteriori misure idonee a consolidare l’innovazione organizzativa. Tale ultimo aspetto attiene principalmente agli aspetti organizzativi di livello nazionale che potranno gradualmente evolversi verso la costituzione di organismi associativi strutturati, con funzioni di coordinamento e raccordo dei centri sportivi scolastici che risulteranno attivati in ciascun contesto territoriale.
Su tutte le proposte che nasceranno da questo progetto sarà perseguita la condivisione del C.O.N.I., delle Federazioni sportive, degli Enti di promozione sportiva, nonché del C.I.P. per gli aspetti di specifico interesse, sulla base dei Protocolli di intesa stipulati.

IL MINISTRO Mariastella Gelmini