I comuni insistono per riscuotere i pasti forniti agli insegnanti statali

Nota Anci 11 marzo 2019, n. 19  

ANCI
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI
Prot. 19/SG/ DIPES/SG/mf-19
Roma, 11 marzo 2019

A:
Cons. Marcella Castronovo
Capo dell’Ufficio di Segreteria
Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali
Presidenza Consiglio dei Ministri
e p.c.
Cons. Adriana Piccolo
Direttore dell’Ufficio per il coordinamento delle attività
della segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonomie di Trento e Bolzano
Presidenza del Consiglio dei Ministri

Gentilissima,

la presente per porre nuovamente all’attenzione della Conferenza Stato-Città e autonomie locali la questione relativa al rimborso dei pasti forniti al personale statale docente e Ata della scuola, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo tecnico per giungere alla possibile soluzione.

L’ANCI da tempo sta chiedendo l’adeguamento delle risorse erogate, in quanto l’importo attualmente stanziato, pari a 62 milioni di euro, risale al 1999, tranne un piccolo incremento avuto nel 2008.

Oltre al finanziamento stanziato ormai risalente a venti anni, si fa presente che si tratta di un “contributo” parziale che viene riconosciuto in luogo del rimborso dell’intero costo di ogni singolo pasto effettivamente fornito. Il contributo viene infatti erogato in proporzione al numero delle classi che accedono al servizio piuttosto che tenendo conto della platea del personale statale avente diritto e che effettivamente accede alla mensa (art. 21 del CCNL del comparto scuola introdotta dall’accordo stipulato il 29 novembre 2007, relativo al quadriennio 2006/2009, poi mantenuta nei contratti successivi).

Tale criticità, portata all’attenzione della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali nel luglio del 2016, aveva trovato la condivisione del MIUR che si era impegnato, come da documento che si allega, a trovare la necessaria copertura finanziaria, insieme al MEF attraverso una specifica norma. Un impegno al quale per il momento non è stato ancora dato seguito nonostante le sollecitazioni dell’ANCI.

A tale situazione di criticità va ora ad aggiungersi la previsione dell’ulteriore costo che deriverà, a partire dal prossimo anno scolastico, a seguito dell’applicazione dell’art. l, commi 728 e 729, della legge 30 dicembre 2018, n.145, che prevede l’incremento del tempo pieno nella scuola primaria.

Stiamo parlando di 2000 classi a tempo pieno, che comporterà secondo le stime dell’ANCI un costo complessivo per il pasto di circa 6 milioni di euro (come da allegato 1).

Un ulteriore aggravio di spesa che i Comuni non saranno in grado di sostenere e rispetto alla quale vale la pena ricorda che, nel 2009, il TAR Lombardia aveva riconosciuto la competenza del ministero per il pagamento dei pasti per il personale statale, precisando che il costo di ogni attività formativa, compresa l’assistenza alla refezione, deve essere posta a carico dello Stato quale datore di lavoro, gravando sull’ente locale la sola gestione dei servizi di assistenza scolastica rivolti agli alunni.

Nel far presente che lo schema di decreto del Miur recante “Disposizioni concernenti le modalità per incrementare il tempo pieno nella scuola primaria, di cui all’ art. 1, commi 728 e 729, della legge 30 dicembre 2018, n. 145” è stato già diramato dalla Conferenza Unificata, si chiede di prevedere le necessarie risorse per aggiornare il contributo alla luce delle considerazioni esposte.

In attesa di un riscontro urgente si inviano i più cordiali saluti.
Veronica Nicotra
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ALLEGATO 1

Stima ANCI del costo per il servizio di mensa del personale docente e ATA per incremento del tempo pieno nella scuola primaria (all’art. 1, commi 728 e 729 della legge 30 dicembre 2018, n.145).

Con la modifica al CCNL del 2008 “Laddove, per effetto dell’orario di funzionamento adottato dalle singole scuole, nella sezione risultino presenti contemporaneamente due insegnanti, entrambi hanno diritto al servizio di mensa” .

Stiamo parlando di 2000 classi a tempo pieno, considerando di norma, due docenti per classe avremo 4000 insegnanti “ordinari” che acquisiscono il diritto al pasto oltre a circa un ausiliare ogni 4 classi e ad un insegnante di sostegno ogni quattro classi.

Un costo complessivo stimato dall’ANCI, considerando 7 euro il costo di un pasto compresi i costi indiretti (5 euro costi diretti di costo acquisto pasto iva compresa; 2 euro costi indiretti di appalto, gestione tariffe, indirizzo e controllo del servizio effettuato dagli uffici comunali), che ammonta ad una spesa complessiva di circa 6 milioni di euro.

Considerando 7 euro a pasto (compresi i costi indiretti) avremo:
7 x 170 (giorni di scuola) = 1.190 x 4.000 (di norma due ins. per classe) = euro 4.760.000,00
7 x 170 = 1.190 x 500 (un insegnante di sostegno ogni quattro classi)= euro 595.000,00
7 x 170 = 1.190 x 500 (un ausiliare ogni quattro classi) = euro 595.000,00
TOTALE euro 5.950.000,00
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ALLEGATO 2

Nota Miur 28 luglio 2016, n. 18947

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

Al Presidente della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali On.le Angelino Alfano
Al Direttore dell’ufficio di segreteria della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali Cons. Caterina Cittadino
e, p.c.
Al Vice Ministro On.le Entico Zanetti
Al Capo di Gabinetto Cons. Roberto Garofoli
Ministero dell’Economia e delle Finanze

Oggetto: Conferenza Stato-Città ed autonomie locali del 28 luglio 2016, secondo punto dell’odg. Richiesta ANCI di incremento del contributo delle spese sostenute dai Comuni per il servizio di mensa scolastica per il personale insegnante ed ATA delle scuole.

Il secondo punto all’ordine del giorno della seduta del 28 luglio 2016 della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, concerne l’esame della richiesta dell’ANCI di incremento del contributo delle spese sostenute dai Comuni per il servizio di mensa scolastica.

Al riguardo, si comunica che i Sottosegretari di Stato presso questo Ministero hanno espresso l’impossibilità pratica di partecipare alla seduta in questione, per loro precedenti impegni istituzionali non procrastinabili.

Si riferisce quindi alla S.V. la posizione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sull’argomento in questione.

Al riguardo si rappresenta che l’importo – 62 mln annui – che questo Ministero trasferisce ai comuni a titolo di parziale contributo alle spese che gli stessi sostengono per il servizio di mensa offerto gratuitamente al personale scolastico statale, è immutato dal 2008, cioè da quando è stato adeguato ai sensi del CCNL 29.12.2007.

Inoltre, non è indifferente la circostanza che detto CCNL abbia incrementato il fondo (oramai 8 anni fa) solo in considerazione di un corrispondente incremento nella numerosità del personale scolastico ammesso a titolo gratuito al servizio di mensa (cfr. art. 21 del CCNL).

Tenendo conto di tale fattore, si può sostenere che la somma procapite trasferito dallo Stato ai Comuni In qualità di contributo sia rimasto sostanzialmente invariato dal 1999, data di entrata in vigore della legge che ha istituito il fondo (n. 4 del 1999).

Dal 1999 ad oggi sono trascorsi ben 17 anni, nel corso dei quali il costo sostenuto dai comuni per il pasto offerto gratuitamente al personale scolastico è inevitabilmente aumentato per effetto dell’inflazione.

Pertanto il MIUR è favorevole ad accogliere la richiesta dell’ANCI a condizione che siano reperite le necessarie risorse finanziarie. A tal fine il MIUR è disponibile ad avviare il relativo iter in collaborazione con il MEF, anche in vista della prossima legge di stabilità.

Quanto sopra nella consapevolezza che occorrerebbe approvare una specifica norma, che stanzi le risorse, che non possono però essere reperite nello stato di previsione del MIUR.

Il Capo di Gabinetto
Alessandro Fusacchia