Circolare Miur 1 marzo 2018, n. 483 Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
OGGETTO: Iniziative per ricordare cinquant’anni di storia della scuola dell’infanzia italiana e l’istituzione della scuola materna statale (Legge 18 marzo 1968, n. 444).
LE MOTIVAZIONI DELL’INIZIATIVA
Nel prossimo mese di marzo ricorre il cinquantenario della legge istitutiva della scuola materna
statale (Legge 18 marzo 1968, n. 440). L’approvazione della legge rappresentò un momento rilevante della storia della scuola italiana ed ha gettato le basi per un sistema educativo rivolto all’infanzia, sempre più generalizzato, di qualità, caratterizzato dal pluralismo delle idee pedagogiche e delle realizzazioni concrete.
La progressiva diffusione della scuola dei 3 ai 6 anni, con l’impulso determinante dello Stato, ma nel rispetto e nella valorizzazione della presenza di Comuni e privati (ora parte integrante del sistema paritario di carattere pubblico: legge 62/2000), ha consentito di raggiungere tutte le località del nostro Paese e di garantire un’offerta formativa ad oltre il 95% delle bambine e dei bambini dai
3 ai 5 anni. Il profilo pedagogico si è irrobustito anche grazie alla elaborazione di importanti documenti programmatici (come gli Orientamenti educativi del 1969, 1991, 2004, 2007, 2012) e la scuola dell’infanzia italiana, generalmente apprezzata da genitori e comunità si è guadagnata sul campo la qualifica di “prima scuola”.
La sua presenza nel panorama scolastico (oggi, per le scuole statali, prevalentemente nell’ambito
degli istituti comprensivi 3-14 anni) ha apportato un tocco originale di qualità nel dibattito educativo, con attestazioni di stima anche a livello internazionale.
L’EDUCAZIONE PUBBLICA NELLE FAMIGLIE ITALIANE
La storia della scuola dell’infanzia degli ultimi 50 anni si è intrecciata con l’evoluzione dei diritti e
della più ampia partecipazione di donne e uomini alla vita sociale e civile del nostro Paese. In particolare, la presenza diffusa e generalizzata di strutture educative per i bambini dai 3 ai 5 anni (cui si è affiancata nel 1971 l’istituzione dei nidi d’infanzia per i bambini fino a 3 anni) ha consentito alle madri (e ai padri) di usufruire di una rete di servizi educativi che ha permesso di conciliare tempi di vita, di cura, di lavoro contribuendo nei fatti ad all’emancipazione e alla parità di diritti e di condizioni esistenziali per le donne.
Questo processo che vuole superare gli stereotipi di genere è tuttora in atto e trova nello sviluppo di un sistema educativo pubblico una delle sue condizioni di fattibilità. La recente approvazione del D.lgs. 65/2015 (sul sistema educativo integrato dalla nascita fino ai sei anni) rappresenta un ulteriore tassello per realizzare pienamente il diritto universale all’educazione. Ecco perché la scuola dell’infanzia italiana gode della fiducia della comunità nazionale, ed è impegnata a qualificare ulteriormente la sua presenza, facendo tesoro della sua storia, delle sue sperimentazioni, dei suoi punti di eccellenza, per affrontare le nuove sfide educative poste dalla società contemporanea (i processi interculturali, la pervasività delle tecnologie, le fragilità cognitive ed emotive), esplorando a fondo le potenzialità e la ricchezza di ogni bambina e bambino, fornendo un qualificato ambiente di apprendimento (ma anche di vita e di relazione, come sottolineano le Indicazioni per il curricolo).
Ecco perché è giusto ricostruire questa bella storia, con la partecipazione degli operatori, dei genitori, delle istituzioni: non per un intento celebrativo, ma per salvaguardare un prezioso patrimonio della nostra comunità nazionale.
LE INIZIATIVE PER IL CINQUANTENARIO
Si suggerisce agli Uffici Scolastici Regionali di organizzare nella settimana che cade tra il 17 e il
24 marzo p.v. un evento culturale e pedagogico in ogni capoluogo di regione, invitando a partecipare una rappresentanza delle scuole dell’infanzia statali – almeno un docente per ogni istituzione scolastica statale – estendendo l’invito anche ai rappresentanti delle scuole paritarie (private e degli Enti locali).
Il seminario dovrebbe vedere la presenza in qualità di relatori di esponenti della pedagogia dell’infanzia (provenienti dalle Università, dalle associazioni scientifiche e professionali, dalle riviste di settore), ma anche di testimonianze locali (dirigenti tecnici, dirigenti scolastici, insegnanti) che hanno contrassegnato la storia di questa istituzione. È possibile, inoltre, chiedere la partecipazione di membri dei gruppi di lavoro del MIUR (Comitato Scientifico Nazionale Indicazioni, Gruppo di lavoro “zerosei”, ecc.) e di rappresentanti dell’amministrazione centrale. Oltre alla doverosa ricostruzione storica gli eventi rappresentano un’opportunità per affrontare i temi oggi di forte attualità come la dimensione interculturale e plurilingue, la qualità dei contesti educativi, la continuità educativa verso i servizi educativi (“zerosei”), le potenzialità delle bambine e dei bambini così come studiate dalle scienze cognitive, le indicazioni per il curricolo.
Ogni Ufficio Scolastico Regionale potrà definire in autonomia il programma e la collocazione dell’iniziativa, avvalendosi per gli aspetti logistici amministrativi e finanziari delle scuole capofila di ambito per la formazione, cui è stato raccomandato (Nota MIUR 47777 dell’8-11-2017) di dedicare una specifica attenzione alla scuola dell’infanzia ed ai temi dell’educazione infantile.
Sarà cura di ogni Ufficio Scolastico Regionale di comunicare il programma dell’iniziativa al Ministero (Direzione Generale Ordinamenti/Dipartimento Istruzione, alla c.a. del Dirigente Tecnico Maria Rosa Silvestro – mariarosa.silvestro@istruzione.it) affinché si possa disporre di un quadro organico delle diverse manifestazioni in programma nella settimana dal 17 al 24 marzo p.v., per inserirle in un programma nazionale che abbia la dovuta visibilità sociale e culturale (provvisoriamente denominato: “Scuola dell’infanzia statale: i nostri primi cinquant’anni”).
CONNESSIONI E INIZIATIVE COLLATERALI
L’evento pubblico regionale potrà essere autonomamente integrato e accompagnato da ulteriori
iniziative formative a livello locale, per approfondire specifici aspetti e contenuti e coinvolgere altri soggetti. Si suggerisce anche l’opportunità di affidare, ai partecipanti al convegno regionale, la funzione di “ambasciatori” all’interno dei rispettivi collegi dei docenti (o almeno della “sezione infanzia” dei rispettivi collegi unitari), per riportare nel contesto scolastico i temi emersi dall’iniziativa, rilanciare il significato del progetto educativo per l’infanzia, concordare impegni in materia di formazione in servizio, curricolo verticale, valutazione formativa.
I collegi dei docenti potrebbero affrontare questi temi:
– una ricostruzione dei passaggi storici più significativi della scuola materna statale (i diversi orientamenti, le modifiche di ordinamento, le innovazioni: Ascanio, Alice e progetto OR.M.E.);
– il tema della valutazione e dell’autovalutazione (dopo la consultazione sul RAV- infanzia);
– le prospettive del d.lgs. 65/2017 e la cornice pedagogica dello zerosei.
L’incontro dovrebbe poi informare e spiegare l’ipotesi di attività di formazione previste nell’ambito del Piano Nazionale di Formazione Docenti (CM 47777/2017) che coinvolgono i docenti della scuola statale nel corso del 2018, in relazione a: 1) continuità educativa verso i servizi educativi;
2) figure di coordinamento e opportunità di sviluppo professionale.
Si ricorda infine che il dibattito sul futuro della scuola dell’infanzia (che necessariamente si intreccia con il suo passato e lo attualizza) può trovare utili punti di riferimento in alcune recenti iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione. Ci si riferisce:
a) alle prime fasi di attuazione del D.lgs. 65/2017, riepilogate nella nota Dip.to 404 del 19-2-
2018 che offre spazi di iniziativa in materia di integrazione di strutture educative (nidi, sezioni primavera, scuole dell’infanzia), formazione in servizio, coordinamento pedagogico, indicatori di qualità, esperienze innovative come i “poli per l’infanzia”;
b) al documento per il rilancio delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, presentato dalla Ministra il 22 febbraio c.m., che invita la scuola a riflettere su aspetti qualificanti del progetto educativo, quali le competenze di base, la cittadinanza, la padronanza della lingua, il mondo digitale, i saperi della contemporaneità, la sostenibilità, questioni che coinvolgono pienamente la scuola dell’infanzia per il suo carattere di “vivaio” di relazioni umane e generativo di curiosità e conoscenza.
I Direttori degli Uffici Scolastici Regionali sono invitati a diffondere i contenuti della presente nota alle scuole dell’infanzia statali e paritarie della regione, nelle forme e con le modalità che si riterranno più opportune per coinvolgerle nelle iniziative programmate.
Si ringrazia per l’attenzione che si vorrà prestare, da parte di tutti i responsabili amministrativi, dai dirigenti scolastici, dagli insegnanti, dalle rappresentanze sociali e professionali, a questa scadenza così rilevante e simbolica per il rispetto e la affermazione del diritto all’educazione dell’infanzia, come fattore di coesione sociale e di crescita per tutto il Paese.
IL CAPO DIPARTIMENTO Rosa De Pasquale